giovedì 24 luglio 2014

Piangere sulle tasse versate


Alla fine è successo, lo avevo predetto anche io, ma non ci voleva tutta sta gran dote di predizione per sapere che Apple, così come tutti gli altri OEM, avrebbe scaricato il ritocco dell'equo compenso sui consumatori.

Eh caro ministro, doveva aspettarselo che sarebbe andata così. Ora è inutile fare polemica e provocazione istituendo una terza società che venda iPhone francesi al pubblico, il danno lo ha fatto lei, ne prenda atto e chieda perdono ai cittadini per questo. 
Sì, lo sappiamo, caro ministro, che gli smartphone non sono beni di primo consumo e che lei li sostituirebbe volentieri con pergamene da allegare alle zampe dei piccioni viaggiatori, però è il tempo che cambia e si evolve per fortuna. Non saranno beni di prima necessità, ma se vogliamo inviare cinguettii su Twitter (un po' come fa anche lei), browsare social vari e inviare e-mail anche in movimento, ecco che diventano strumenti indispensabili.
Come? Non conosce l'etimologia del termine browsare? Fa niente signor ministro, cose da giovani.

Meno male che c'è lei, signor ministro, a voler tutelare i diritti degli artisti, lei come anche il signor illustrissimo Gino Paoli, presidente della SIAE, perché altrimenti questi artisti, tra i quali non annoveriamo anche gli sviluppatori di applicazioni e software in generale, soffrirebbero i danni indotti dalla pirateria informatica.
Come dice signor ministro? Le applicazioni non vengono piratate? Ah, giusto, neanche i software ed i sistemi operativi.
Ma di quelli ce ne frega poco signor ministro, perché la maggior parte viene da fuori l'Italia, Stati Uniti e giù di lì, quindi chi se ne frega della loro tutela. 

Piuttosto tuteliamo i nostri cantanti che, poverini, dai loro macchinoni posteggiati dentro le loro megaville twittano furibondi che hanno visto un marocchino vendere il loro album di maggiore successo nei mercatini rionali. 
Ah, ma signor Ministro, twittano anche loro, quindi hanno comprato uno smartphone! Quindi hanno pagato l'equo compenso! Quindi si pagano da sé il torto subito dalla pirateria! Ma che signori, loro sì che si elevano ad un rango superiore!

Ah signor Ministro, meno male che c'è stata la sua indignazione e la provocazione da parte della SIAE, perché altrimenti la notizia dell'aumento del costo dei dispositivi Apple sarebbe sfuggita ai più, probabilmente me compreso. 
Grazie signor Ministro di averci illuminato le mattinate estive con questo rincaro non proprio desiderato dagli italiani. Sì, signor Ministro, ribadisco che non sono beni di prima necessità, almeno non nella sua ottica ed accezione di realtà. 
Però, signor Ministro, la gente ci campa e ci lavora con gli smartphone! C'è addirittura chi lascia da parte il sogno di diventare un astro di uno mondo troppo chiuso a chi non è raccomandato, come quello della musica, per prendere su manuali di linguaggi di programmazione e scrivere codice su codice, lo stesso codice che non viene riconosciuto come opera d'arte da lei, signor Ministro.

Il signor Ministro che vive un sogno.

Non fa niente signor Ministro, non si crucci troppo, pensi più ad indignarsi contro queste cattive aziende che non fanno beneficienza nei confronti di un ente che sperpera 1/5 delle proprie entrate, sottratte ai cittadini, nel pagare gli stipendi milionari degli oltre 100 dirigenti, rispetto ai 1200 dipendenti totali. 

Grazie signor Ministro, ancora una volta, di aver reso l'Italia un posto ancora più arretrato.

Sinceramente vostri.

I giovani italiani.

Nessun commento:

Posta un commento