domenica 30 agosto 2015

Stonex One - L'italica risposta a Oneplus


Once upon a time, nasceva a San Francisco nel 1955 un certo tipetto che, qualche decina d'anni dopo, ha ben pensato di rivoluzionare il modo di pensare della gente attraverso una linea di prodotti innovativa, sia dal punto di vista tecnologico, che concettuale. Stiamo parlando di Steve Jobs.

Okay, so già che avete capito dove sto andando a parare, ma fatemi finire. Giuro che resto serio.



No, non ce la posso fare.

Tornando un attimino profescional, volevo affrontare la questione con un pelo di approccio critico e costruttivo. Sarà difficile, ma ce la posso fare.
Pensate ad uno smartphone e molto probabilmente avrete pensato ad un Samsung o, se magari siete più Google fan, ad un Nexus o, se avete sbagliato blog, ad un iPhone. Potrei prendere un telefono a caso tra le varie serie che compongono le linee di ognuno questi 3 marchi e per ogni telefono si cela dietro un pezzo di magia elettronica, un capolavoro informatico. 
Potrei prendere ognuno di questi tre marchi e notare anche un altro aspetto: nessuno di questi è italiano. Ma il discorso non cambierebbe se avessi preso come esempio LG, Motorola, Lenovo, XiaoMi, HTC e così via, perché tutti i maggiori brand appartengono o del far east asiatico o sono statunitensi. Eppure non è sempre stato così, anzi, negli anni '70 eravamo i leader mondiali nella fabbricazione di calcolatori e macchine da scrivere con Olivetti e nella seconda metà degli anni '80, sempre con Olivetti, producevamo hardware di qualità per i cosidetti personal computer.
A seguito della spietata concorrenza asiatica, questa (ei fu) grandissima azienda, adesso si limita ad un ruolo di outsider nel mondo delle aziende (con qualche partnership per vendere tablet ad altre aziende) e, nel mercato pubblico, stenta con qualche prodottino sotto la media. 

Stesso discorso si può applicare a New Generation Mobile o, come meglio conosciuta NGM, marchio di telefonia mobile italiano che ribrandizza prodotti esteri e li rivende in Italia. Anche questo OEM è molto poco conosciuto ai più, visto che, ahimé, i loro prodotti lasciano (non poco) a desiderare, soprattutto se comparati ad altri brand.

Insomma, long story short, in Italia non c'è qualcuno che faccia realmente la differenza sul piano informatico ed è un peccato visto lo splendido retaggio che ci portiamo alle spalle.

Però un giorno è venuta fuori lei: Stonex tramite un video di una persona che ha sempre avuto poco a che fare col mondo tech, ossia Francesco Facchinetti, in arte, DJ Francesco
Sono onesto quando dico che, a sentire il nome della persona, famosa oltre che per il padre (militante nei Pooh), per la grandiosa hit, la "Canzone del capitano", sono rabbrividito un po', ma, da buon blogger, ho lasciato da parte i preconcetti e sono andato avanti con la mia analisi.
Insomma, Francesco parlava di un'idea brillante, di un'idea nuova, di uno smartphone che avrebbe rivoluzionato il modo di pensare degli smartphone e per di più 100% italiano! 

Break the rules



Il motto è giovane, effervescente, anzi, frizzante, forse un pelo scontato, ma, diciamocelo, è l'energia quella che conta, insieme alla voglia di fare bene.
Vengono svelati man mano gli attori di questa nuova realtà italiana, tutti giovani e carichi, piene di belle promesse e speranze; quello più famoso, dopo il DJ s'intende, è diventato Vanni, il capo dev, che viene sempre ritratto al pc a smanettare con file .java, a sudare sette camice durante le calde estati italiche per offrirci un software all'avanguardia.

E qui qualcosa già comincia a puzzare...

Continua la campagna marketing di questo device col prezzo fissato sui 300€ (anzi 299€, così sembra di meno), video a raffica per breakare qualcos'altro oltre alle rules, esaltazione dell'italianità, complice anche il soprannome Galileo (un pelo presuntuoso ma efficace). Insomma, le carte in tavola sono tante e sembrano giocare a favore di Stonex.

MediaTek e compagnia bella

Ahiaaaaiiii! Ed ecco il primo intoppissimo. Su dai, provate ad immaginare ad un device con SoC MediaTek e sono sicuro che son venuti gli occhi a mandorla anche a voi al solo pensarci. 
Comunque, abbiamo una CPU MediaTek helio X10 octacore con frequenza di clock a 2.2GHZ. È risaputo che non sono tra i prodotti migliori e soprattutto non è un SoC chissà quanto battuto dai modders, però fa il suo dovere.
Il telefono monta un display QHD spalmati su 5.5" che, fatemelo dire per bene e con calma, ha il doppio dei pixel di un FullHD. Perché serve tantissimo avere tutti questi pixel. Eh sì, così quando viene un iOS user possiamo vantarci di avere il fallo più lungo lo schermo più denso di pixel.
Ed abbiamo anche 3GB di RAM, ormai uno standard per i top di gamma, punto a favore di Stonex.

CiaoOS



Ahhhh, adesso arriviamo alla parte più succulenta del discorso, il sistema operativo. 
Ovviamente è Android, ci mancherebbe e questo è un punto a vantaggio di Stonex. Anche se, visto che avrebbero dovuto Breakare the rules ci avrei visto bene Jolla, ma io la butto così, non ne voglio sapere niente.
Intanto il nome, Ciao OS: certo che se avessero voluto essere più italiani sempliciotti non ci sarebbero riusciti. Ma dai, sembra il nome di un programmino per tablet da mocciosi.
Ma un dubbio mi sorge. Nella schermata di boot che vedete qui sotto (che ho rubato ad Andrea Galeazzi di HDblog, non me ne vorrà), vedete la scritta "Powered by Ciao OS". Ma questa non doveva essere una voce obbligatoria, stabilita all'interno della Open Handset Alliance, che doveva ritrarre Powered by Android?



Ah sì, che poi non abbiano nemmeno la certificazione Google per poter installare il Play Store (fonte qui) son piccolezze.
In un post sulla loro pagina Facebook, hanno parlato di un device aperto alla community di modders con CyanogenMod in pole position. Ma ci hanno messo così tanto a creare la loro ROM personalizzata e poi aprono ai modders? 
Ah no aspetta, non ci hanno messo niente a personalizzare perché...non lo hanno fatto! Infatti abbiamo una versione di Android (parliamo di Lollipop) piuttosto stock, con l'unica chicca delle icone che, indovinate un po', sono personalizzate! Beh dai devo ammettere che sono piacevoli da guardare, con lo stile "schizzo di Leonardo" (che fa tanto film per adulti sulle tartarughe ninja), anche se c'è il grosso contro che quelle realizzate sono pochissime e quindi si avrebbe un aspetto eterogeneo scaricandone di non supportate. Ma son dettagli, passiamo avanti.

Insomma, al momento non è che ci sia tutta sta grande innovazione e non vedo nemmeno tutte ste regole infrante. E poi sbuca questo:






Alè, alla faccia del made in Italy. Abbiamo un hardware cinese con software italiano.

Ed invece no.

Diclaimer: non conosco granché il sito, ci ho avuto a che fare una sola volta ed è stata un'esperienza spiacevole, per cui non so obiettivamente se sia affidabile.

Le persone dietro il sito tutelelegali.com hanno scoperto, in questo post alcuni retroscena abbastanza scottanti su Stonex.
Il primo, non troppo celato, è che il telefono altro non è che una re-brandizzazione italiana dell'AMOI L760C, niente popò di meno che un cinafonino!
Sfortunatamente questo cinafonino è così scrauso poco conosciuto che neanche Google in persona riesce a trovare qualcosa. Va beh, non è che ci sia tanto da indagare, spulciando nel system dump ci sono millemila riferimenti ad un device AMOI. 

Ma adesso arriva il bello: sempre Tutele Legali sostiene che Stonex abbia commissionato ad un utente del noto sito NeedROM (portale semispecializzato nello sfornare ROM per cinafonini) l'intero porting di AOSP per il loro device. Che questo sia vero o meno è tutto da dimostrare perché l'unica "prova" che portano al banco degli imputati è una discrepanza tra la data di pubblicazione della ROM e l'uscita di Stonex, quest'ultima arrivata dopo la pubblicazione della suddetta ROM.

Ma la parte peggiore e sicuramente più grave in tutto ciò è il fatto che sostengono che il marchio di conformità alle direttive europee per quanto riguarda i parametri di sicurezza, detto volgarmente CE, non sia lecito.


Come potete vedere voi stessi, mentre sul telefono è stato apposto il logo CE, proprio sotto la sigla RoHS per i materiali pericolosi, sulla batteria è presente un logo CE strano.
Difatti i cinesi sono persone furbe: dato che la marcatura CE deve essere apposta obbligatoriamente ai prodotti conformi alle normative europee prima di essere apposta sul mercato, i cinesi, pur di non vedersi tagliare i profitti derivati dalle export, si sono inventati un simbolo quasi identico a quello CE europeo che sta per China Exports.





Ovviamente, mentre il simbolo CE europeo è indice di sicurezza, quello cinese è solo una scritta a casaccio per beffare l'importatore di turno o, peggio ancora, la Guardia di Finanza e la Dogana.

Se ingradite l'immagine del telefono qui sopra, potete notare come la batteria non mostri una marcatura CE a norma e sembra anche troppo quella cinese.
Io spero di sbagliarmi come spero che si sbaglino i signori di Tutele Legali, perché immettere sul mercato un prodotto come delle batterie al litio non conformi è un atto passibile di denuncia penale.


Insomma, lo Stonex deve essere ancora immesso sul mercato a pieno regime con vendita diretta libera e già ci sono polemiche e scontri accesissimi. 
Personalmente non darei nemmeno uno spicciolo ad un'azienda così poco chiara che si presenta come l'azienda rivoluzionaria del secolo. E sicuramente non valuterei 300€ uno smartphone che, al massimo, ne vale 230€.
Comunque, si sono sprecate parole, articoli e video (e mi metto anche io nel mezzo), ma è stata complice anche la vasta campagna marketing di Francesco e la presenza perenne del Vanni.

Ah, a proposito di Vanni. Ma scusate, non era sempre davanti al pc a programmare? Ma se la ROM l'ha "portata" il tipetto di NeedROM e l'icon pack è stato offerto da uno studente, mi spiegate che diamine ha fatto Vanni in tutto ciò?

Va beh, con questa frase pretenziosa ed arrogante termino questo mio articolo che, più che un articolo, è un flusso di informazioni ed opinioni di quella che vorrebbe essere la Olivetti del terzo millennio, ma che invece si sta dimostrando l'ennesima aziendina che cerca la strada semplice.

Ovviamente sentitevi liberi di insultarmi nei commenti, sapete che sono sempre apertissimo ad ogni tipo di confronto/insulto/critica.

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